lunedì 15 ottobre 2007

LE VENT NOUS PORTERA...

Bertrand Cantat, il leader dei Noir Désir, condannato a otto anni per aver ammazzato la sua compagna Marie Trintignant, ha ottenuto la libertà provvisoria e domani lascerà il carcere di Muret.

La mamma della Trintignant, Nadine, non ha smesso di criticare a voce alta tale provvedimento arrivando a chiedere al presidente Sarkozy, con una lettera al quotidiano "Le Figaro" di bloccare il provvedimento.

Sembra passata una vita da quel luglio del 2003 quando Cantat uccise, durante un litigio in un albergo di Vilnius (Lituania), la sua compagna. Non fu uno dei tanti atti di violenza casalinga verso le donne perchè i due non erano una coppia qualunque.

Lei, famosa attrice, e figlia deell'attore Jean Louis, da sempre impegnata politicamente a sinistra.
Lui un simbolo della musica impegnata, leader di un gruppo musicale famoso per l'appoggiare cause civili, orgogliosamente comunista e antifascista.
Sembravano fatti l'uno per l'altra ma la gelosia, la violenza hanno portato Cantat dritto all'inferno.

E ora, uno di quei dilemmi che sempre si pongono in casi come questi.

Il detenuto modello ha fatto di tutto per comportarsi bene tanto da poter usufruire della libertà provvisoria.
Il dolore dei familiari, la felicità dei fans di rivedere il proprio idolo tornare sulle scene.

Sì, perchè gli altri tre musicisti, che mai hanno abbandonato l'amico in difficoltà, hanno intenzione di tornare assieme rispettando l'unico limite deciso dal giudice: Cantat è vincolato a non parlare, nè in prosa e nè in musica, della vicenda che lo ha visto protagonista.

Il paese però sembra spaccato: anche tra gli amanti dei Noir Désir il misfatto ha lasciato solchi profondi. Come si concilia un atto così comune, quasi banale nella sua crudeltà, con una vita descritta come diversa? I principi, l'antirazzismo, l'antifascismo, l'essere a sinistra con un assassinio così feroce?

Ma soprattutto le parole dette e pensate sembrano solo un fastidioso brusio di fronte al dolore dei genitori che quotidianamente vanno a visitare la tomba di Marie, nel verde prato del Père Lachaise, accanto a Edith Piaf e Jim Morrison.

La fine è nota.
La giustizia va avanti automaticamente, il giudice non può ma soprattutto non deve agire con il cuore ma secondo legge. Sul campo rimangono l'assassino, i genitori ed i quattro figli della vittima.

Ed è in questo rapporto circolare che forse sta il dramma nel dramma.

Nessun commento: