mercoledì 28 marzo 2007

DOUCE FRANCE...

Stacco per qualche giorno, mi aspetta un fine settimana a Parigi. Conto di ritrovarvi al ritorno quando vi racconterò qualcosa della realtà francese e vi darò qualche consiglio per gli acquisti di carattere cine-letterario.
Insomma, se la Ryanair vorrà lunedì torneremo a risentirci e se no...

un'unica cosa: è stato breve ma intenso!!

lunedì 26 marzo 2007

L'ORDINE E' GIA' STATO ESEGUITO






Domenica mattina, ore 12, campo sportivo di Formello. Va in scena il derby Lazio-Roma primavera. Tutto normale? Così pare a leggere l'articolo di Stefano Orsini su "Il Messaggero", partita maschia ma bella, ben giocata e terminata con la vittoria della formazione biancoceleste a quattro minuti dal termine.

Ma..., ma poi chi era sul luogo o chi ha visto la partita in diretta su Sky racconta un'altra realtà: per tutti e 90 i minuti si sono uditi, alti e forti, cori del tipo "Roma Juden Club" e "Roma squadra di ebrei" per tacere dei soliti buu razzisti che hanno accompagnato le giocate dell'attaccante giallorosso, Stefano Okaka, che ha la colpa di essere di colore e di essere nato da una famiglia nigeriana. Di fronte alle denunce di parte della stampa romana, su tutti Riccardo Luna su "Il Romanista", il telecronista del digitale Mediaset Simone Braconcini sul proprio sito internet o di quella del vice presidente della commissione sport della regione Lazio Enzo Foschi, alcuni comunicatori biancocelesti hanno minimizzato l'accaduto riducendolo ad una tipica bega di paese. I romanisti non sanno perdere, sanno solo "rosicare" e la notizia è saltata fuori solo per nascondere il risultato negativo della squadra allenata da Alberto De Rossi. Ma com'è possibile cambiare la testa delle persone se proprio i comunicatori locali delle radio private con i loro altissimi indici d'ascolto contribuiscono a derubricare i fatti di domenica come semplici contumelie tra tifosi? E Delio Rossi, tecnico della Lazio presente al campo ma silente? Ma come, il buon Delio non passa settimane senza rammentarci che in questa città non esiste una stampa libera solo perchè non si magnificano abbastanza le prodezze di Goran Pandev rispetto a quelle di Totti e non ritiene, tra una gomma masticata e l'altra, di spendere una sola parola per un evento così grave? Perfetto, continuiamo a ragionare in termini da Bar Sport, vediamo tutto sempre con le casacche di appartenenza, difendiamo l'indifendibile, azzuffiamoci in nome di campioni strapagati che ignorano come vive un qualunque tifoso normale tanto ci sarà sempre un negro, uno zingaro, un ebreo-comunista o un arabo che ci salverà la coscienza.


Per inciso tutto questo è avvenuto nel giorno in cui Roma ha ricordato l'eccidio delle Fosse Ardeatine, 335 uomini uccisi dai nazisti e dai fascisti loro complici in risposta all'attacco partigiano di via Rasella nel quale trovarono la morte 33 soldati tedeschi. Per chi volesse saperne di più fate un salto in libreria o in qualche biblioteca a leggere il volume di Alessandro Portelli, L'ordine è già stato eseguito. Roma, le Fosse Ardeatine, la memoria, Donzelli, Roma, 2001. Non è un libro di storia, è un romanzo corale, un trattato di antropologia, una lenta e lunga tragedia greca, è una canzone straziante e appassionata, è un racconto di una Roma che non esiste più, è storia di lutti, di passioni, di orgoglio, di dolore, di rabbia, di odio ma anche di speranza. L'autore, docente di letteratura americana all'università "La Sapienza" (è uno dei massimi esperti di Bruce Springsteen), delegato della memoria per il sindaco di Roma, notista de "Il Manifesto" è un grande ed appassionato tifoso laziale, uno di quelli che ha sempre combattuto i comportamenti di parte del pubblico biancoceleste.


Chissà che leggendo questo volume qualcuno non capisca che finchè esisteranno questo tipo di atteggiamenti, il minimo sarà quello di gridare a tutta forza, magari in tedesco lingua che a certi coattelli da stadio piace perchè li fa sentire invincibili e guerrieri, "Wir sind alles Judens" (Siamo tutti ebrei).


P.s: grazie a tutte le persone che in questi giorni si sono fatti vivi , per mail, sms, o personalmente, incuriositi dalla nascita del blog. Grazie veramente, vi voglio bene!

METTETE DEI FIORI NEI VOSTRI CANNONI


Questa mattina il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, è stato contestato da un gruppo di studenti della facoltà di lettere dell'università "La Sapienza" di Roma al grido di "buffone" e "guerrafondaio".
I ragazzi appartenenti ai collettivi hanno cercato, evidentemente, di festeggiare a loro modo i 30 anni da quel febbraio 1977 quando il segretario della Cgil, Luciano Lama, fu costretto a lasciare la città universitaria a causa delle violente manifestazioni degli autonomi e degli Indiani metropolitani capitanati da quel Cavallo Pazzo più famoso per le sue irruzioni nei festival di Sanremo o per le invasioni di campo del 1994 nel corso di diverse partite della Roma.
Quante manifestazioni per ricordare quell'anno così importante, quante celebrazioni, quanti ex picchiatori, di destra e di sinistra, ricordano con occhi velati di una incontenibile malinconia quei giorni così belli quando si era tutti più giovani, si scopava allegramente e si davano esami collettivi! E cosa importa se ci sono stati genitori senza figli, orfani senza padri nè madri, vittime? D'altra parte bisognava cambiare il mondo così brutto e poi tutta quella gente ingenua che non era poi così convinta che fosse migliore morire maoisti o nazisti piuttosto che democristiani, poi pure quel Berlinguer, scandalo!, invece di fare la rivoluzione, ingenuo, cercava di difendere il paese da trame eversive. No, recuperiamo i vecchi parrucconi, gli ideologi, i fomentatori d'odio veloci con la lingua ma lenti di mano e magari pure codardi e pronti a scappare all'estero. E quindi viva quelle belle rimpatriate tra brigatisti rossi e neri dove per citare Venditti, "Nietsche e Marx si davano la mano" assieme a qualche figlio di papà cannato che gioca a fare la rivoluzione.

Bertinotti ha affrontato a muso duro i contestatori pretendendo pubbliche scuse e rivendicando la coerenza delle proprie posizioni politiche ma qual'era l'esigenza dei ragazzi che proestavano così rumorosamente? Manifestare apertamente il dissenso per le posizioni assunte da Rifondazione, favorevole al rifinanziamento della missione militare in Afghanistan e per la scelta del presidente della Camera di partecipare ad un convegno di Comunione e Liberazione. Come mi ha giustamente fatto notare un mio amico è sicuramente bizzarro che un politico così esperto e navigato affronti un gruppo di giovani che portava avanti una legittima manifestazione di dissenso permessa dalla nostra Carta costituzionale ma, ancora una volta, si è mostrato apertamente l'eterno dilemma della sinistra con un piede in due scarpe: al governo ma contemporaneamente sulle piazze. I fanciulli che hanno scelto di passare una giornata bella e soleggiata sui prati della Sapienza a contestare la terza carica dello Stato hanno, ancora una volta, fatto deflagrare l'eterno complesso di Tafazzi che attanaglia i progressisti italiani. La scelta dell'eterna scontentezza, del "si, però", del "non volevamo questo quando abbiamo votato per Prodi & C.", è deflagrata nuovamente alla vigilia del voto in Senato sul rifinanziamento.

Ma cui prodest? C'è una parte non indifferente dell'elettorato gauchista che ha scelto la strada della contestazione permanente sperando in un pronto ritorno del "cattivo" Berlusconi per tornare a manifestazioni oceaniche, tutti uniti, contro un nuovo pericolo fascista, Bella Ciao in sottofondo e pugni chiusi verso il rosso sol dell'avvenire. E gli altri problemi? Ed il nuovo presidente della Cei, mons. Bagnasco (ex ordinario militare e ho detto tutto...) che ha ribadito la posizione dei vescovi contri i Dico confermando la politica di ingerenza portata avanti dal suo precedessore Ruini? Ed i giovani che non trovano lavoro? Ed il conflitto d'interessi? E l'evasione fiscale, i mille sotterfugi per fregare il prossimo?
Quindi, per carità, che si maifesti, che si dica giustamente che è quantomeno irresponsabile continuare a rimanere nel pantano afgano, che votare un governo non significa firmare una cambiale in bianco per qualunque tipo di provvedimento ma io preferisco comunque questo esecutivo, probabilmente il migliore dal dopoguerra. A Fini preferisco D'Alema, a Berlusconi preferisco Prodi, a Maroni preferisco Bersani ,alla Moratti preferisco Rosy Bindi ed alla Croce Rossa di Scelli preferisco Emergency di Gino Strada.

Quindi manifestate, anche tutti i giorni, ma come elettore di quella sinistra radicale alla quale entrambi facciamo riferimento vi dico: protestate, arrabbiatevi, struggetevi ed inkazzatevi.

Fatelo ma... NOT IN MY NAME!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

sabato 24 marzo 2007

ROBA DA PAZZI...NI

Vi chiederete il perchè del titolo del post che farebbe invidia ad un titolista ubriaco di Tuttosport.

Prendo spunto dalla mastodontica prova di Giampaolo Pazzini questo pomeriggio di fronte ad una Wembley restaurata, linda e pinta, per un discorso più generale che parte dai campi di gioco per finire direttamente tra le nostre immacolate lenzuola.
Da poche ora non si fa altro che magnificare le qualità dell'attaccante di Pescia, tre goal alla perfida Albione, dimenticando però che il nostro eroe passa gran parte del suo tempo a scaldare le panchine di mezz'Italia, soggiogato dalle mirabilie della coppia Mutu/Toni. Al di là della mia personale idiosincrasia nei confronti dell'ex capocannoniere del campionato e l'ex fantasista della Juve resta il fatto che, ancora una volta, un giovane attaccante italiano deve sperare di far bella figura in nazionale o in qualche scampolo di partita infrasettimanale in quanto il suo posto è occupato da qualche straniero non eccelso o da un trentenne che ha arrancato sui campi di mezza Italia ma da qualche anno segna a ripetizione.
Adesso si griderà al miracolo, si dirà che i vivai sono rinati, che le belle storie sono ancora di casa nel nostro calcio malato ma la realtà è che l'ottimo Giampaolo dovrà tornare presumibilmente ad osservare la collina di Fiesole dalla fredda panchina dello stadio Franchi ma tra qualche anno potrà raccontare in un bar di periferia "Ma vi ricordate di quel pomeriggio di primavera quando tutta Wembley si alzò per una standing ovation verso di me, il primo italiano a gonfiare la rete per tre volte a Londra, Inghilterra di fronte a coloro che hanno inventato il football?".

Chissà che ne pensa Della Valle, il patron dei gigliati viola, anche lui entrato con tanto di tappeto rosso nell'inchiesta Vallettopoli, diventata, subito dopo i Dico, il grande problema sul quale il nostro Belpaese ama conversare. Oramai tutti siamo spiati, tutti sanno i nostri gusti sessuali, se siamo etero, gay, bisex o se magari, ingordi, amiamo andare a trans per scoprire l'effetto che fa. Giornali falsamente garantisti, forti con i deboli e deboli con i forti, utilizzano questioni personali per una lurida battaglia politica come se il rifinanziamento della nostra missione militare in Afghanistan, le liberalizzazioni di Bersani o l'abbassamento delle tasse potessero essere messe in relazione con il presunto "puttan tour" del portavoce del governo o la politica familiare delle ministre Bindi e Pollastrini, nient'altro che una replica di una comune hippy anni '70. In un guazzabuglio dove non esistono oramai differenze il centro sinistra è divenuta la coalizione del vizio, della luss(x)uria, sfascia famiglie ed amica dei terroristi. Ma sì, in fondo quel ficcanaso di Mastrogiacomo se l'era cercata e sarebbe stato meglio che la sua testa fosse rotolata per le montagne afgane e che magari, novelli Salomè, fosse stata consegnata su un vassoio d'argento dai talebani ai nostri soldati. E quindi tutti a suonare la fanfara americana perchè il Dipartimento di Stato ha alzato il sopracciglio per esprimere il proprio sdegno e così gli "amerikani de noantri" che fino a pochi anni fa andavano in giro in camicia nera a mostrare il braccio teso o in camicia verde padana ai congressi di Milosevic, gridano allo scandalo per l'iniquo scambio e contro quel sovversivo di Gino Strada.

Anche se credo che forse Pazzini non pensava a tutto questo mentre correva verso i compagni in festa...

E' SOLO L'INIZIO ...

Ma a che serve creare un blog e, soprattutto, ma chi sei, cosa puoi dire di nuovo rispetto agli altri?
Niente, ma proprio per questo motivo mi sono detto "lasciamo entrare in rete i pareri di un non ancora trentenne, non ancora cresciuto, non ancora occupato ma ancora single e con mamma!".
Da questo osservatorio cercherò di compiere giornalmente un'anamnesi del mondo senza battere sentieri conosciuti ma con un occhio a ciò che ci circonda con la speranza di condividere con quanta più gente possibile questa esperienza per me davvero bizzarra.
Perchè "il Puffone"? Non c'è chissà quale motivo, non vi sono riferimenti alla querelle avuta da Pietro Ricca contro Silvio Berlusconi ma solo un ricordo di quegli strani ometti blu in fuga da Gargamella e da Birba ma sempre convinti che alla fine basta essere ottimisti per andare avanti.
Che altro dire, un caro saluto, no ma
Vi saluto e vi ringrazio, forza Roma e abbasso la Lazio....che è meglio (Quattrocchi docet).