lunedì 26 marzo 2007

L'ORDINE E' GIA' STATO ESEGUITO






Domenica mattina, ore 12, campo sportivo di Formello. Va in scena il derby Lazio-Roma primavera. Tutto normale? Così pare a leggere l'articolo di Stefano Orsini su "Il Messaggero", partita maschia ma bella, ben giocata e terminata con la vittoria della formazione biancoceleste a quattro minuti dal termine.

Ma..., ma poi chi era sul luogo o chi ha visto la partita in diretta su Sky racconta un'altra realtà: per tutti e 90 i minuti si sono uditi, alti e forti, cori del tipo "Roma Juden Club" e "Roma squadra di ebrei" per tacere dei soliti buu razzisti che hanno accompagnato le giocate dell'attaccante giallorosso, Stefano Okaka, che ha la colpa di essere di colore e di essere nato da una famiglia nigeriana. Di fronte alle denunce di parte della stampa romana, su tutti Riccardo Luna su "Il Romanista", il telecronista del digitale Mediaset Simone Braconcini sul proprio sito internet o di quella del vice presidente della commissione sport della regione Lazio Enzo Foschi, alcuni comunicatori biancocelesti hanno minimizzato l'accaduto riducendolo ad una tipica bega di paese. I romanisti non sanno perdere, sanno solo "rosicare" e la notizia è saltata fuori solo per nascondere il risultato negativo della squadra allenata da Alberto De Rossi. Ma com'è possibile cambiare la testa delle persone se proprio i comunicatori locali delle radio private con i loro altissimi indici d'ascolto contribuiscono a derubricare i fatti di domenica come semplici contumelie tra tifosi? E Delio Rossi, tecnico della Lazio presente al campo ma silente? Ma come, il buon Delio non passa settimane senza rammentarci che in questa città non esiste una stampa libera solo perchè non si magnificano abbastanza le prodezze di Goran Pandev rispetto a quelle di Totti e non ritiene, tra una gomma masticata e l'altra, di spendere una sola parola per un evento così grave? Perfetto, continuiamo a ragionare in termini da Bar Sport, vediamo tutto sempre con le casacche di appartenenza, difendiamo l'indifendibile, azzuffiamoci in nome di campioni strapagati che ignorano come vive un qualunque tifoso normale tanto ci sarà sempre un negro, uno zingaro, un ebreo-comunista o un arabo che ci salverà la coscienza.


Per inciso tutto questo è avvenuto nel giorno in cui Roma ha ricordato l'eccidio delle Fosse Ardeatine, 335 uomini uccisi dai nazisti e dai fascisti loro complici in risposta all'attacco partigiano di via Rasella nel quale trovarono la morte 33 soldati tedeschi. Per chi volesse saperne di più fate un salto in libreria o in qualche biblioteca a leggere il volume di Alessandro Portelli, L'ordine è già stato eseguito. Roma, le Fosse Ardeatine, la memoria, Donzelli, Roma, 2001. Non è un libro di storia, è un romanzo corale, un trattato di antropologia, una lenta e lunga tragedia greca, è una canzone straziante e appassionata, è un racconto di una Roma che non esiste più, è storia di lutti, di passioni, di orgoglio, di dolore, di rabbia, di odio ma anche di speranza. L'autore, docente di letteratura americana all'università "La Sapienza" (è uno dei massimi esperti di Bruce Springsteen), delegato della memoria per il sindaco di Roma, notista de "Il Manifesto" è un grande ed appassionato tifoso laziale, uno di quelli che ha sempre combattuto i comportamenti di parte del pubblico biancoceleste.


Chissà che leggendo questo volume qualcuno non capisca che finchè esisteranno questo tipo di atteggiamenti, il minimo sarà quello di gridare a tutta forza, magari in tedesco lingua che a certi coattelli da stadio piace perchè li fa sentire invincibili e guerrieri, "Wir sind alles Judens" (Siamo tutti ebrei).


P.s: grazie a tutte le persone che in questi giorni si sono fatti vivi , per mail, sms, o personalmente, incuriositi dalla nascita del blog. Grazie veramente, vi voglio bene!

1 commento:

Anna Vairo ha detto...

Ciao. Auguri per il tuo nuovo strumento comunicativo e complimenti per il tuo stile giornalistico di scrittura. Per noi è una giornata molto intensa, oggi. Per fortuna siamo molto soddisfatti di ciò che abbiamo realizzato.