lunedì 26 marzo 2007

METTETE DEI FIORI NEI VOSTRI CANNONI


Questa mattina il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, è stato contestato da un gruppo di studenti della facoltà di lettere dell'università "La Sapienza" di Roma al grido di "buffone" e "guerrafondaio".
I ragazzi appartenenti ai collettivi hanno cercato, evidentemente, di festeggiare a loro modo i 30 anni da quel febbraio 1977 quando il segretario della Cgil, Luciano Lama, fu costretto a lasciare la città universitaria a causa delle violente manifestazioni degli autonomi e degli Indiani metropolitani capitanati da quel Cavallo Pazzo più famoso per le sue irruzioni nei festival di Sanremo o per le invasioni di campo del 1994 nel corso di diverse partite della Roma.
Quante manifestazioni per ricordare quell'anno così importante, quante celebrazioni, quanti ex picchiatori, di destra e di sinistra, ricordano con occhi velati di una incontenibile malinconia quei giorni così belli quando si era tutti più giovani, si scopava allegramente e si davano esami collettivi! E cosa importa se ci sono stati genitori senza figli, orfani senza padri nè madri, vittime? D'altra parte bisognava cambiare il mondo così brutto e poi tutta quella gente ingenua che non era poi così convinta che fosse migliore morire maoisti o nazisti piuttosto che democristiani, poi pure quel Berlinguer, scandalo!, invece di fare la rivoluzione, ingenuo, cercava di difendere il paese da trame eversive. No, recuperiamo i vecchi parrucconi, gli ideologi, i fomentatori d'odio veloci con la lingua ma lenti di mano e magari pure codardi e pronti a scappare all'estero. E quindi viva quelle belle rimpatriate tra brigatisti rossi e neri dove per citare Venditti, "Nietsche e Marx si davano la mano" assieme a qualche figlio di papà cannato che gioca a fare la rivoluzione.

Bertinotti ha affrontato a muso duro i contestatori pretendendo pubbliche scuse e rivendicando la coerenza delle proprie posizioni politiche ma qual'era l'esigenza dei ragazzi che proestavano così rumorosamente? Manifestare apertamente il dissenso per le posizioni assunte da Rifondazione, favorevole al rifinanziamento della missione militare in Afghanistan e per la scelta del presidente della Camera di partecipare ad un convegno di Comunione e Liberazione. Come mi ha giustamente fatto notare un mio amico è sicuramente bizzarro che un politico così esperto e navigato affronti un gruppo di giovani che portava avanti una legittima manifestazione di dissenso permessa dalla nostra Carta costituzionale ma, ancora una volta, si è mostrato apertamente l'eterno dilemma della sinistra con un piede in due scarpe: al governo ma contemporaneamente sulle piazze. I fanciulli che hanno scelto di passare una giornata bella e soleggiata sui prati della Sapienza a contestare la terza carica dello Stato hanno, ancora una volta, fatto deflagrare l'eterno complesso di Tafazzi che attanaglia i progressisti italiani. La scelta dell'eterna scontentezza, del "si, però", del "non volevamo questo quando abbiamo votato per Prodi & C.", è deflagrata nuovamente alla vigilia del voto in Senato sul rifinanziamento.

Ma cui prodest? C'è una parte non indifferente dell'elettorato gauchista che ha scelto la strada della contestazione permanente sperando in un pronto ritorno del "cattivo" Berlusconi per tornare a manifestazioni oceaniche, tutti uniti, contro un nuovo pericolo fascista, Bella Ciao in sottofondo e pugni chiusi verso il rosso sol dell'avvenire. E gli altri problemi? Ed il nuovo presidente della Cei, mons. Bagnasco (ex ordinario militare e ho detto tutto...) che ha ribadito la posizione dei vescovi contri i Dico confermando la politica di ingerenza portata avanti dal suo precedessore Ruini? Ed i giovani che non trovano lavoro? Ed il conflitto d'interessi? E l'evasione fiscale, i mille sotterfugi per fregare il prossimo?
Quindi, per carità, che si maifesti, che si dica giustamente che è quantomeno irresponsabile continuare a rimanere nel pantano afgano, che votare un governo non significa firmare una cambiale in bianco per qualunque tipo di provvedimento ma io preferisco comunque questo esecutivo, probabilmente il migliore dal dopoguerra. A Fini preferisco D'Alema, a Berlusconi preferisco Prodi, a Maroni preferisco Bersani ,alla Moratti preferisco Rosy Bindi ed alla Croce Rossa di Scelli preferisco Emergency di Gino Strada.

Quindi manifestate, anche tutti i giorni, ma come elettore di quella sinistra radicale alla quale entrambi facciamo riferimento vi dico: protestate, arrabbiatevi, struggetevi ed inkazzatevi.

Fatelo ma... NOT IN MY NAME!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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