lunedì 17 dicembre 2007

LE MIE PAROLE

Quando davvero non serve altro, quando davvero un testo parla da solo.
Una canzone di qualche anno fa, scritta da Pacifico (colui che ha accompagnato in primavera Fabio Volo nella trasferta parigina di Italo-francese su Mtv), e cantata da Samuele Bersani per una pausa ed una riflessione tra un regalo ed una decorazione.

Le mie parole sono sassi
precisi aguzzi pronti da scagliare su facce vulnerabili e indifese
sono nuvole sospese gonfie di sottointesi che accendono negli occhi infinite attese
sono gocce preziose indimenticate
Sono lampi dentro a un pozzo, cupo e abbandonato
un viso sordo e muto che l'amore ha illuminato
sono foglie cadute promesse dovute che il tempo ti perdoni per averle pronunciate
sono note stonate sul foglio capitate per sbaglio tracciate e poi dimenticate
le parole che ho detto, oppure ho creduto di dire
lo ammetto strette tra i denti
passate, ricorrenti
inaspettate, sentite o sognate...

Le mie parole son capriole
palle di neve al sole
razzi incandescenti prima di scoppiare
sono giocattoli e zanzare, sabbia da ammucchiare
piccoli divieti a cui disobbedire
sono andate a dormire sorprese da un dolore profondo che non mi riesce di spiegare
fanno come gli pare
si perdono al buio per poi ritornare
Sono notti interminate, scoppi di risate
facce sopraesposte per il troppo sole
sono questo le parole
dolci o rancorose
piene di rispetto oppure indecorose
Sono mio padre e mia madre
un bacio a testa prima del sonno
un altro prima di partire
le parole che ho detto e chissà quante ancora devono venire...
strette tra i denti risparmiano i presenti
immaginate, sentite o sognate
spade, fendenti
al buio sospirate, perdonate
da un palmo soffiate

http://www.youtube.com/watch?v=obGpTr3atbc

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