martedì 19 febbraio 2008

NEI SECOLI FIDEL...

Il Comandante en jefe ha detto basta.

Logorato dal male che lo affligge da due anni Fidel Castro ha annunciato la volontà di ritirarsi dalla vita politica cedendo il potere, ufficialmente e probabilmente, al fratello Raul.
Giunto probabilmente all'acme del suo personale "autunno del patriarca" ha scelto di abdicare dal ruolo del cattivo per eccellenza, di baubau tascabile degli Stati Uniti.

Stati Uniti che ebbri di emozione per la corsa presidenziale valuteranno probabilmente la notizia solo in funzione del voto degli esuli cubani della Florida, della Little Havana di Miami dove Radiomartì starà facendo suonare le campane a distesa ora che il "caballo" pare disarcionato.

Adesso per Cuba comincia il periodo più difficile da quel capodanno 1959 quando le truppe dell'esercito rebelde entrarono in una La Avana distratta dove tra mambi a tutto volume, palmizi in fiore, riccastri con panama, smoking bianco e un puro alla bocca, la cricca di Batista non si accorse di essere oramai al capolinea, si scende...

Ora, ahora, now, alla dirigenza comunista deve riuscire quello che non è riuscito a Gorbaciov ed è riuscito invece ai cinesi.
Mantemere il sistema e contemporaneamente aprendolo al mondo ed alla economia di mercato. Senza creare le distonie della Cina dove si è rapidamente formata una classe di mandarini abbienti insensibili alle disparità economiche o all'inquinamento.

Il partito comunista cubano ha il dovere di continuare a governare perseguendo una liberalizzazione politica, la liberazione dei detenuti politici ed una graduale apertura al pluralismo democratico in modo da far raggiungere al paese caraibico i c.d. standard occidentali. Le forze armate dovranno vigilare su complotti o tentativi fuori luogo per tornare ad ipotesi dittatoriali, Raul dovrà anche lui farsi da parte per lasciare il posto ad una dirigenza giovane e moderna che abbia la capacità di mantenere quella splendida eccezione chiamata Cuba.

Fidel da par suo potrà guardare orgoglioso la sua creatura che si avvia, ora come ora, a festeggiare i cinquanta anni di rivoluzione quando qualcuno non le aveva pronosticato che pochi refoli di vita.

Come finirà?

Quizàs, quizàs, quizàs...

http://www.youtube.com/watch?v=bBmZ1pgYdcc&feature=PlayList&p=6A0A273878143213&index=105

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