lunedì 5 maggio 2008

E Mi Viene Da Pensare

Ripensando ad un concerto a Fiesta, estate 2004, i maestri del progressive italiano, assieme alla Pfm, il mitico Banco del Mutuo Soccorso.

Colonna sonora azzeccata per una riflessione a voce alta di Gabriele Romagnoli, nel suo blog dal sito di Repubblica:

"Ho guardato le prime immagini del nuovo Parlamento, la cosiddetta Camera dei rappresentanti, e ho capito che non sono rappresentato.

Sono sfilati gli eletti della destra. E che quelli non mi rappresentassero lo sapevo già.

Il dramma sono stati i rappresentanti della parte che ho votato.
Come direbbe uno di loro: che c'azzecco?

Risposta: niente.

Io non ce l'ho con i "professionisti della politica". Li vorrei, dei professionisti, invece di questi dilettanti.
Gente che sa fare in politica quello che io e altri non saremmo capaci, tipo vincere un'elezione e governare.

Vorrei qualcuno di cui pensare che è più abile e persino più decente di me. Quanto meno sia altrettanto onesto e leale. Minimo.

Non mi rappresenta la presunzione intellettuale, politica e alla fine anche umana di Veltroni (da solo, da solo dove vai?), del gruppo dirigente costruito a sua immagine e somiglianza, gente che scambia Roma per il proprio condominio al quartiere Trieste e l'Italia per quella che gli racconta il loro giornalista di fiducia senza mai muoversi da casa.

Non mi rappresenta Marianna Madia a 27 anni, non mi rappresenta Umberto Veronesi a 83, stavano meglio dove stavano, al centro studi e in ospedale.

Al loro posto, quelli sì mi avrebbero rappresentato, uomini e donne tra i 35 e i 50 che da almeno 15 anni si occupano di amministrazione pubblica, assistenza sociale, funzione normativa.

Non la crema della società civile, ma quello che sta sotto e la regge.

Non mi importa che scrivano libri, quello lo so fare anch'io. Vorrei sapessero come far passare leggi migliori, che le avessero in testa, le leggi migliori.

Non mi rappresenta quella schiuma di ingrati che ha voltato le spalle all'unico che li ha fatti vincere (Prodi), sputato su un governo assurdo nella composizione ma assolutamente decente nelle scelte (che ci provino questi altri a risanare l'economia di un Paese residuale quando quella globale affonda, o almeno che combattano l'evasione fiscale, sì, ciao).

Non sono rappresentato da questo pensiero politicamente debole, che rinuncia alla sua bandiera per avvolgersi in una camicia, da questi teorici del poco (per quelli del nulla, massimo rispetto), da questi tardo borghesi che hanno comprato le analisi del presente da un pizzicagnolo orbo, un tanto al chilo e pesi pure la carta, che ce n'è tanta, scambiandole per lucide visioni.

Non sono rappresentato dai figli di qualcuno che c'era già stato, dai capicosca di clan intellettuali così minuscoli che non hanno più bisogno di salotti, bastano gli sgabuzzini a riunirli.

Hanno fatto tacere le voci migliori che avevano in quel coro, barattato la virtù con l'opportunità e, quel che è peggio, non hanno capito, neanche adesso.

Chiunque di loro leggesse queste righe per sbaglio penserebbe: questo è un isolato, non rappresenta nessuno.

Guardatevi allo specchio: voi, chi state rappresentando?

Voi, che cosa mi rappresentate?"

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