giovedì 1 maggio 2008

il figlio del re

Non potrò mai dimenticare quando ascoltai questa canzone per la prima volta.

Domenica mattina, maggio 1997, la maturità davanti al mio percorso di vita, sole alla grande, Radio Onda Rossa a palla che tra un Bennato ed un Bertoli d'annata inserisce improvvisamente un brano che mi strega.

Tipica melodia cantautorale anni'70, potrebbe richiamare un qualunque pezzo di Guccini, ed un testo stranissimo, quasi evocativo.

Lui si chiama Piero Marras, un poeta-cantautore sardo che crea una ballata a cavallo tra Grazia Deledda, Sebastiano Satta e Marcello Fois.

Dalla melodia sembra veramente di immaginare davvero le canne al vento, la dura montagna, le storie di banditismo e un mare mosso che sembra richiamare folletti e storie nordiche.
Questa è una cover, spero che qualcuno posti presto la versione originale, ma molto vicina all'esecuzione da studio.

Una canzone che racconta la fierezza, l'orgoglio delle proprie radici, il miglior augurio per un primo maggio di lotta e di riflessione.

Quella lotta e quell'attaccamento alle radici mostrato ieri sera da Frankie Lampard, centrocampista del Chelsea, autore di un goal su rigore che ha portato i blues in finale, a 5 giorni dalla morte di sua madre. Il goal e poi un pianto, lunghissimo, liberatorio e una salva di baci alla tribuna verso il padre.

E a fine partita l'allenatore del Chelsea, Avrham Grant, israeliano ed ebreo, in ginocchio, sfinito.

Oggi sarà ad Auschwitz per ricordare che quello che è stato non sia più.

Nessun commento: