martedì 3 luglio 2007

ROSSI D'INVIDIA

Non lo amo, mi è anche abbastanza antipatico ma le grandi imprese vanno celebrate.
Lasciamo la parola alla penna di Benedetto Ferrara, inviato de "La Repubblica" ad Assen:

"C'era una strana aria intorno a lui.

Troppi i discorsi che gli giravano intorno.

C'era addirittura chi iniziava a prefigurare inquietanti scenari di declino, una specie di rettilineo del tramonto condito da tutti gli accessori del caso: il suo erede che gli scippa l'eredità di mano e fugge via veloce sulla sua moto rossa, presunti tormenti sentimentali che dal gossip da rotocalco rosa diventano all'improvviso curiosi ragionamenti tecnici.

Per educazione e sano pragmatismo Valentino Rossi ha sempre preferito offrire la spiegazione più semplice, cioè quella che mette nelle mani del gommista e non dell'analista la risposta a un momento difficile (...).

Concetto semplice: sull'asciutto e con le gomme a posto Valentino se li mangia uno a uno.

E non sarebbe nemmeno giusto dire semplicemente che ad armi pari lui è sempre il più forte. Perchè nei fatti, la Yamaha pari alla Ducati non lo è: la moto italiana è più potente, su questo dubbi non ce ne sono (...)

e la corsa si riapre, con un Valentino rinato e deciso a lottare fino alla fine.

E magari anche a dormire sonni tranquilli quando le previsioni del tempo ti invitano a prendere l'ombrello".

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