giovedì 21 agosto 2008

UN PRESIDENTE,C'E' SOLO UN PRESIDENTE /4


Ti sia lieve la terra Presidente, addio.

Da Il Messaggero di oggi l'articolo di Rita Sala:


"Non è esistito il nero, al funerale di Franco Sensi.

Non nera l’estate della Roma di fine agosto, ma luminosa, infuocata dalla luce di mezzogiorno.

Non nero il lutto. Come ha detto commossa Maria, la vedova, c’erano, «là fuori, quelli che stanno da ore sotto il sole».

E «quelli», i tifosi, hanno sfoggiato con orgoglio solo due colori, il giallo e il rosso, le tinte della squadra cui il Presidente ha regalato quindici anni di energia e, fra alti e bassi, di grandezza.

Non nera l’ala delle auto di ordinanza, né quella degli abiti di familiari e amici.

Nell’oceano d’ocra e amaranto creato dai fiori, dalle bandiere, dagli striscioni, dalle maglie e dalle sciarpe del popolo giallorosso, c’era invece il bianco.

Candidi i tralci di orchidee in boccio della corona del presidente della Lazio, Lotito.

Immacolati i guanti che i necrofori hanno infilato con cura, dito per dito, prima di toccare il feretro.

Candide le parole di monsignor Francesco Gioia, che ha commemorato Sensi passando per Eraclito e Heidegger: si è forse rivolto al Presidente laureato in matematica più che al leone ruggente cui la Roma si è riferita per tanto tempo.

Bianca la camicetta di Sabrina Ferilli, la madrina della Magica.

Bianca la lapide sulla tomba di marmo, al Verano, con sopra inciso un nome, una data di nascita e una di morte.

Nient’altro.

Ancora, il verde.

Quello degli occhi di Francesco Totti, il figlio maschio putativo che ieri, portando la bara verso la folla, ha reso il suo sguardo una fessura stretta. Forse per non piangere davanti al suo popolo.

Verdi e liquidi gli occhi di Fiorella, la mamma del Capitano, che abbracciando la vedova ha invece pianto, eccome.

Verde speranza, molto applaudita, la promessa del sindaco di Roma, Alemanno, di affrettare i tempi per la costruzione di uno stadio da intitolare al Presidente.

Non nera persino la pelle dei giocatori di colore. Baptista, che appena arrivato ha voluto portare a spalla il feretro, senza che affetto o gratitudine possano ancora legarlo a Franco Sensi, è sembrato d’oro liquido, di cioccolato fumante.

Non nera l’abbronzatura di Delvecchio (benché di sole, quest’estate, l’ex romanista ne abbia preso tanto): al Verano, Marco è sembrato pallido come un impiegato che non ha i soldi per andare al mare.

Il cordoglio per Franco Sensi ha fatto a meno dell’ombra.

Chiari i cori dei romanisti: di festa, di riconoscenza, di vittoria.

Chiara la dedica della squadra. Vincenzo Montella l’ha riassunta, leggendo con il groppo alla gola una lettera a nome di tutti, in due momenti luminosissimi: ti faremo sorridere là dove sei; non lasceremo mai soli te e la tua famiglia.

Non nero l’umore di Adriano Galliani, innaffiato al suo arrivo da qualche getto d’acqua minerale: sono cose che succedono, ha detto l’amministratore delegato del Milan, cose da niente.

Non neri i fischiati: Galliani stesso; Moratti simbolo dell’Inter stravincente; Cobolli Gigli; il gagliardetto del Milan.

Rossa, non nera, la vernice usata dai tifosi per scrivere sugli striscioni frasi come “Romanista con il cuore e con la mente, riposa in pace valoroso presidente”.

Giallorossa d’amore acceso la frase di Giovanni, sette anni, targato Roma dal berretto alle scarpe: «Ma lui ha insegnato tutto a sua figlia, vero?».

1 commento:

Anonimo ha detto...

Alla hu akhbar!!!