martedì 15 aprile 2008

Pugni Chiusi


Nonostante i sondaggi sventolati, le improbabili rimonte e i "ma anche", Silvio Berlusconi per la terza volta è tornato a guadagnare il governo del paese.

Tre volte tre per il cav. che come l'anatra fenice è risorto dalle sue ceneri. Una vittoria sonante soprattutto grazie alla Lega che ha razziato fior di voti nel Nord.

Vengono spese lacrime calde per la scomparsa della sinistra radicale. E'inutile piangere quando si è condannati dalla storia, quando si elegiano Milosevic e Fidel, quando si dice di no a tutto, alla Tav, alle soluzioni per la monnezza, a tutto lo scibile. Ci si inventa difensori dei movimenti tranne il fatto di candidare D'Erme ma di preferire Vendola al parlamento europeo.

Se Bertinotti avesse passato meno tempo ad arrotare le R sui divani bianchi di Porta a Porta forse si sarebbe accorto che la "mitica" classe operaia, soprattutto al nord, è cambiata e non ha intenzione di partire lancia in resta alla concquista del Sol dell'avvenire.

E Walter? Walter ha fatto quel che poteva, partito in ritardo ha limitato i danni ed ha contribuito alla semplificazione del quadro politico.
Partendo con una sconfitta che rimane il minimo comune denominatore della sinistra italiana ma dopo l'esperienza del governo Prodi (uno dei migliori degli ultimi trent'anni) percepito come un'escrescenza maligna di più non si poteva fare.


Cosa resta? Un paese che nè stampa, radio e tv ci hanno saputo raccontare, un nord stanco delle lentezze romane e un sud alla ricerca di nuovi padroni.

L'Italia ha scelto di continuare a sognare, ha preferito la poesia alla prosa.

Resta il dubbio che il sonno potrà essere agitato e che, durante la notte, ci si possa svegliare stringendo i pugni.
Quei pugni che, come cantava la straziante voce di Demetrio Stratos nel 1967 con i Ribelli, sono chiusi.

E pare che, questa volta, lo rimarranno per molto tempo ancora, forse per sempre.

Nessun commento: