martedì 15 aprile 2008

Walking In Memphis


Da un articolo di Roberto Renga, "Il Messaggero", 14 aprile 2008:

"E’ giusto che il prossimo zio d’America sappia che cos’è oggi la Roma. Se davvero Rosella Sensi gli volesse aprire, sorridendo, il portone del villino Pacelli, qui non troverebbe macerie o, come oltremare amano pensare, le rovine dell’impero romano, ma un club e una squadra da podio europeo.

E’ bene ricordarlo nel giorno della vittoria di Udine e dell’apertura dei seggi elettorali in Italia. Perché il ”Los Angeles Times”, in occasione delle elezioni, riserva al nostro paese una definizione agghiacciante: ”Terra di corruzione e decadenza”.

Roma è la capitale di questa terra e potrebbe essere facile, vivendo negli Stati Uniti, confondere il paese con la città più importante e la politica con il calcio, che recentemente ha dato ed esportato il peggio di sè.

La Roma vive in un’isola giallorossa: attorno girano squali e bucanieri. La Roma li guarda e li combatte.

Si parla molto del deficit che non farebbe dormire i Sensi. Ma una cosa sono gli affari privati della famiglia e un’altra la Roma.

La società è solida e guidata con rara intelligenza. Da qualche tempo vive dei suoi proventi: segno di ricchezza di idee, non di povertà economica. I bilanci sono a posto e il futuro, anche senza interventi esterni, appare roseo.

Le basi per fare bene per molti anni ci sono. Totti non ha voglia di smettere, poi ci saranno De Rossi, Aquilani, Mexes e tutti gli altri.

Non è vero che la Roma di oggi vale quella di ieri.

In Champions è andata meglio e adesso è quinta in Europa. In Italia il progresso è evidente: basta guardare la classifica e interpretarla. Un anno fa tra Inter e Roma c’era un abisso.

Adesso, senza aiutini, la Roma si troverebbe in fuga, inseguita dalla ricchissima Inter.

La Roma ha uno stile che è solo suo, simbolo della sportività portata all’eccesso, tanto che qualche volta la vorremmo meno educata e più stradarola. I tecnici sono in linea con la politica societaria e hanno scelto e guidato giocatori in sintonia.

Tutti insieme, compresi i tifosi, cresciuti nell’ambiente giusto (a parte qualche cretino che gira con il coltello), rappresentano un modello calcistico e comportamentale.

Grazie al lavoro, la Roma è cresciuta e ancora può crescere.

Si dice che sia arrivata l’ora del definitivo salto di qualità e che per farlo occorrano montagne di soldi.

Forse è vero. Però molti ricchi hanno sbagliato e non sempre il danaro porta il successo. Meglio averlo, comunque.

E per questo molti tifosi si augurano l’arrivo di dollari freschi.

In questo momento pensiamo a Franco Sensi, alle sua battaglie e ai suoi sacrifici.

Se la Roma guarda l’Italia dall’alto e fa gola a tanti, lo dobbiamo a lui e alla sua lezione.

Trattatelo bene".

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