mercoledì 16 aprile 2008

Tutti contro Totti

Spiace parlare ancora di calcio in un momento così omportante per il nostro paese.

Ma le prime pagine dei giornali sono piene di articolesse contro, novità!, il nostro Capitano reo di aver mandato nel posto a lui più consono l'arbitro Rizzoli dopo che quest'ultimo lo aveva ostacolato platealmente durante Udinese-Roma.

E'stato ammonito, mille euro di multa e questo ha dato la stura ad una serie di reazioni esagitate ed isteriche della stampa d'opinione contro un presunto atteggiamento di favore nei confronti del giocatore italiano più forte degli ultimi vent'anni.

Penne radical chic o criptoleghiste innaffiate dal curaro, dall'odio anti romano nei confronti di un uomo, prima che un giocatore, coraggioso, sincero, che si schiera al contario di suoi colleghi illetterati e magari dalla voce cavernosa.

Ma bando alle ciance.

Colonna sonora già utilizzata ma a me i bis non dispiacciono.

Una di quelle canzoni che mi porterei su un'isola deserta: Mano Negra, Out of Time Man, new version 2005.

Eh sì, i pennivendoli stanno proprio fuori tempo.

Ci pensa il solito Roberto Renga, Il Messaggero, 15 aprile 2008, a mettere i puntini sulle i:

"Se di mezzo non ci fosse Francesco Totti, dei ”vaffa” di Udine, visti in tivvù e non allo stadio, sì e no si sarebbe parlato.

Sabato sera a Torino, tanto per dire, è successo di peggio. Per non dire di tutte le partite: Del Piero che ci manda l’arbitro, Gattuso che ci manda il mondo, Inzaghi che parte dai guardalinee per arrivare ai superiori.

E’ l’esasperato calcio di oggi, perché questi ragazzi nella vita di ogni giorno si guardano bene dall’usare lo stesso linguaggio. In campo succede e dovremmo chiederci perchè.

L’ultimo caso di Totti è chiarissimo. Rizzoli non l’ha espulso perché sapeva che il primo e più grave errore era suo: non doveva stare dove stava.
Così ha finito per impedire a Totti di tirare e dunque di segnare. Rizzoli ha capito lo sfogo del capitano: tutto qui. In un altro momento gli avrebbe dato il rosso.

Però Collina lo fermerà.

Ci sembra abbastanza semplice e anche per questo riteniamo che alla base delle polemiche ci sia una profonda antipatia per Totti e per la sua palese romanità.

Le cose non cambiano mai, nonostante il mondiale, la gamba rotta, le barzellette, la pubblicità.

In giro c’è gente che non aspetta altro che un suo passo falso e la vediamo ghignare nei vari salottini televisivi. Che poi in questa vara umanità ci siano personaggi che hanno fatto mille volte di peggio, poco importanta.

Ciò che conta è straparlare di Totti.


E’ una vecchia storia. Dette i primi calci e dissero che aveva il sederone: non sarebbe mai diventato un campione.

Rilasciò qualche intervista e lo infilzarono: non sa parlare, uno che sbaglia i verbi non diventerà mai un personaggio, come se per calciare sia necessario conoscere la consecutio.

Stava male, chiedeva di saltare l’allenamento della nazionale: niente. Doveva andare a Coverciano per la visita fiscale. Credevano a chi spediva una lastra con il dito rotto di un altro, ma a Totti, dai, non si può dar retta.

Sacchi voleva convocarlo. Gli dissero: attento, è un pessimo soggetto, fa come gli pare. Lo chiamò e scoprì che era una pasta di ragazzo.

E allora perché avevano messo in circolazione quelle sciocchezze?


Forse, come dice lui, solo perché è romano e in giro per l’Italia i romani non li conoscono e non li capiscono.

Ridono con Sordi e di Sordi e oltre non vanno.

In Nazionale l’hanno sempre criticato.

I giornali del nord l’hanno spesso dipinto come un guappo romano, abile con pallone e coltello.

In Portogallo un danese di nome Poulsen lo provocò sino a fargli perdere la testa: uno sputo. Nemmeno una parola contro Poulsen o la televisione danese che non lo perse mai di vista, aspettando il gesto di reazione.

Una cascata di insulti addosso a Totti. Lo picchiavano e lo invitavano a non fare storie: il solito romano piagnone e nato stanco.

Si ruppe una gamba, recuperò in due mesi e mezzo, contribuì al mondiale in modo pesante.

Scrissero che giocava in carrozzella.

E un altro, in prima pagina, qualche mese dopo: ”Ha fatto più Cassano in un tempo che Totti in tutto il mondiale”.


Chi lo conosce, gli vuole bene. E gli altri? «Mi massacrano», dice Francesco.

Ieri sera ha festeggiato i sessanta anni di Lippi e ne ha approfittato per chiedere scusa a Rizzoli.

Il giudice sportivo gli porterà via mille euro: poco più di trecento euro a ”vaffa”.

Prezzo modico, Tosel ha cuore e cervello".

Robertino non l'ha scritto ma il quarto vaffa.. ce lo aggiungo io!!!

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