mercoledì 4 aprile 2007

AMARO MONTENEGRO, SAPORE VERO...


Che cosa sarà passato nella testa del giocatore montenegrino quando è stato buttato nella mischia da Spalletti al posto di Willy?
Avrà pensato all'anno passato, un'epatite virale contratta in seguito ad una scorpacciata di squisiti frutti di mare salentini ed ai tanti infortuni collezionati?
Avrà pensato al tribolato passaggio alla Roma, alle tante speranze suscitate e ad un rendimento altalenante nonostante il fondamentale goal al Siena?
Avrà pensato al goal storico realizzato in nazionale, fascia di capitano, nella prima partita giocata dal Montenegro indipendente?
Certo è che i neuroni dovevano essere quantomeno in agitazione se il buon Mirko è scattato come una furia in scivolata sulla botta di Mancini non trattenuta da Van der Saar (sempre un fratello...) andando a gonfiare la rete e facendo esultare persino la strana coppia Cerqueti - Dossena.
Il giusto suggello ad una partita maiuscola della squadra giallorossa, matura, adulta che personalmente mi ha fatto tornare indietro di quasi 20 anni quando, fanciullo, ammiravo il Milan di Sacchi andare a dettare legge al Bernabeu contro i blancos madridisti. Se siamo rimasti con l'amaro in bocca forse è segno che noi e la squadra siamo cresciuti e non ci accontentiamo più di fiammate episodiche o di partite della vita. Nonostante lo sgomento per la splendida azione del goal del pareggio di Rooney, i ragazzi si sono rimboccati le maniche senza recriminare ed hanno ottenuto il giusto premio ad una gara gagliarda e tosta.
E per un Mirko che ha deciso la gara c'è un Marco, Cassetti, che, ancora una volta, si è fatto trovar pronto ed ha mostrato che anche i gregari possono dire la loro. Marco e Mirko. Mirko e Marco, uno montenegrino, uno bresciano, ma entrambi provenienti dal Lecce. Entrambi cresciuti e migliorati grazie alle cure del maestro Zdenek Zeman, solo campo e sacrificio, senza aiutini e senza integratori.
E mi piace pensare, a quest'ora della notte, al boemo che, in una nuvola di fumo, si gode la rivincita della classe operaia che va, finalmente, in paradiso.

Nessun commento: