giovedì 12 aprile 2007

QUELLA CAREZZA DELLA SERA


Chissà quanti dei tifosi e degli addetti ai lavori romanisti sanno che l'inno ufficiale della squadra Roma Roma cantato da Antonello Venditti è stato in realtà scritto da un maturo signore di Pavia, Sergio Bardotti che proprio ieri è scomparso all'età di 68 anni.
Produttore discografico, autore musicale e televisivo, Bardotti ha attraversato da protagonista la storia dello spettacolo italiano degli ultimi cinquanta anni.
Si devono alla sua penna canzoni straordinarie quali Occhi di ragazza e Piazza Grande (Lucio Dalla), L'amico è (Caterina Caselli), Quella carezza della sera (New Trolls), Ti lascerò (Fausto Leali ed Anna Oxa) e le traduzioni in italiano di autentici evergreen quali La canzone dei vecchi amanti (Charles Aznavour) o Kubala (motivo del cantautore catalano Juan Manuel Serrat dedicato al fuoriclasse ungherese del Barcellona scappato dall'Ungheria comunista per rifugiarsi nella Spagna franchista).
Fu produttore di autentiche pietre miliari della musica leggera, Non al denaro, non all'amore nè al cielo (Fabrizio De Andrè) e La voglia, la pazzia (Ornella Vanoni) e autore di un gran numero di edizioni del festival di Sanremo, tra le migliori degli ultimi anni quali quelle condotte da Fabio Fazio e Raimondo Vianello.
Mi piace quindi salutarlo con una delle mie canzoni preferite, Quella carezza della sera (1979), sperando che domenica prossima chi si recherà sugli spalti dello stadio Olimpico dedichi anche un solo fugace pensiero a chi ha contribuito a regalarci almeno tre minuti di serenità:
Quando tornava mio padre sentivo le voci
dimenticavo i miei giochi e correvo lì
mi nascondevo nell'ombra del grande giardino e lo sfidavo a cercarmi:
io sono qui
Poi mi mettevano a letto finita la cena
lei mi spegneva la luce ed andava via
io rimanevo da solo ed avevo paura ma non chiedevo a nessuno: rimani un po.
Non so più il sapore che ha quella speranza che sentivo nascere in me.
Non so più se mi manca di più quella carezza della sera o quella voglia di avventura
voglia di andare via di la.
Quelle giornate d'autunno sembravano eterne
quando chiedevo a mia madre dov'eri tu
io non capivo cos'era quell'ombra negli occhi
e cominciavo a pensare: mi manchi tu
Non so più il sapore che ha quella speranza che sentivo nascere in me
Non so più se mi manca di più quella carezza della sera
o quella voglia di avventura voglia di andare via
Non so più il sapore che ha quella speranza che sentivo nascere in me
Non so più se mi manca di più quella carezza della sera
o quella voglia di avventura
voglia di andare via di là voglia di andare via di là

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