sabato 21 aprile 2007

VITE ALLO SPECCHIO


http://www.youtube.com/watch?v=XSBAMIkigUE

Da un articolo di Furio Zara sul "Corriere dello Sport" di venerdi 20 aprile:

Sono le sei e mezza di una mattina di maggio del 1999 quando la Pulce si sveglia, prepara la cartella, guarda dalla finestra la sua città - Rosario- e mentre fa colazione pensa: « Sono trop­po piccolo ». Non se ne fa una colpa, pe­rò ne soffre.

Nello stesso istante - le sei e mezza di una mattina di maggio del 1999 - il Re si addormenta, sfinito, su un divano sfondato, gonfio e graffiato da troppi vizi, da qualche parte in Ar­gentina circondato da califfi e fanciul­le sciupate e per un attimo, uno soltan­to, pensa: « Sono troppo grasso » . Non se ne fa una colpa, e chissà se - più che sofferenza - il suo non sia il piacere nero di chi si lascia an­dare fino alla fi­ne, e magari un po' più in là.

Lionel Andrès Messi, Diego Armando Mara­dona: vite parallele di due geni sinistri baciati dal talento.

La « Pulce » Messi nasce il 24 giugno del 1987, all’epoca Maradona ha 27 anni, e festeggia pure lui una nascita: quella della figlia, l’amata Dalma Nerea, avuta dalla don­na della sua vita, Claudia Villafane, che sposerà due anni dopo con uno smoking stretto sulle spalle e i piedi morsi dai mocassini, che « avevo voglia di togliermeli e calciare un pallone » , dirà più tardi. Un mese prima - è il 5 maggio - Maradona ha regalato a Na­poli il primo scudetto della sua storia. L’anno prima ha appena vinto - da so­lo - il Mondiale in Argentina, è il Re del Mondo: « Oh mamma mamma mamma, sai perché mi batte il cora­zon: ho visto Maradona, ho visto Mara­dona, ehi mammà innamorato son ».

E’ verosimile che la notte del 29 giugno del 1986, quando Maradona alza la Coppa a Città del Messico, gli sguardi del signor e della signora Messi si in­crocino nel punto esatto dove nasce l’idea di fare un figlio.Il 30 ottobre del 1997 Maradona si ritira dal calcio, è il giorno del suo 38 ° compleanno. Messi ha dieci anni, a scuola lo prendono in giro perché è basso, lui reagisce con un tic che si porterà dietro a lungo: si tocca in con­tinuazione i capelli, che lascia cresce­re lunghi e lisci, fin quasi alle spalle.Colpi di cuore, quelli decidono il destino dei due talenti: il bambino che non sapeva cresce­re e l’uomo che non sa­peva invecchiare.

4 gennaio del 2000, Punta del Este, Uruguay: Ma­radona viene colpito da un attacco cardiaco do­vuto al consumo di cocaina, lo portano d’urgenza in ospedale, si rimette, si fa rivedere in tivù - mesi dopo - a Cuba, con il tatuaggio di Che Guevara sul­l’avambraccio, mentre passeggia con Fidel Castro: due reduci, con molta storia addosso. Negli stessi giorni in cui Maradona sta per morire, Messi comincia a pensare a una vita nuova. C’è che Lionel è troppo piccolo, i dot­tori parlano di una forma di nanismo, dicono che serve l’ormone della cre­scita, c’è che « La Pulce » ha bisogno di cure. Gliele offre il Barcellona, che pa­ga le cure e lo mette sotto contratto. Così i Messi partono, meta la Spagna.

Lionel Messi ha tredici anni e una vita davanti. Diego Armando Maradona ha quarant’anni e un paio di vite alle spal­le. Pesi, altezze, numeri: Maradona ­fumo, alcol, cocaina, cibo - arriva a centocinquanta chili, e non sembra un’impresa: la sua è una vita da pren­dere a morsi. Fango, oro e polvere: il Re è nudo, sdrucito di ricordi, con le borse sotto agli occhi, e lo sguardo sempre altrove. Messi arriva a un me­tro e sessantacinque centimetri, ed è solo un’impresa.

E’ l’estate del 2005 quando Messi si rivela al mondo ai Mondiali Under 20 dell’Olanda. E’ l’estate del 2005 quando Maradona si rivela per quello che è: un uomo che ha molto vissuto, molto si è dato, molto ha sbagliato. Lo fa in diretta televi­siva, lacrime, sudore e cerone a confondersi nei primi piani, lo fa nella tra­smissione « La Noche del 10 » spostando la sua vita, con una finta come ai bei tem­pi, dalla realtà al reality. E’ durante la trasmissione che avviene l’inconora­zione. « Messi è il mio erede », dice il Re puntando il dito tozzo sul telescherno dove scorrono le magie della « Pulce » .

Poi sarà solo vita, o qualcosa di me­no: barelle, lettini d’ospedale, flebo e preghiere per il « Re » , sempre più sfatto, sempre più triste, solitario y final. Poi sarà solo vita, o qualcosa di più: campi verdi, dribbling e stelle fi­lanti per la « Pulce » .

Sempre più pe­sante, Maradona. Sempre più legge­ro, Messi. Vita in te ci credo: uno ha smesso di pensarlo, l’altro ha comin­ciato a capirlo.

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