mercoledì 18 aprile 2007

BAD DAY


Dove eravamo rimasti?

Sembra sempre di riprendere un vecchio libro abbandonato sul comodino quando si parla della facilità con la quale negli Stati Uniti uno si sveglia, sbrocca e compie una strage. Troppe volte i grandi network americani devono interrompere le loro trasmissioni per cominciare lunghe no stop da luoghi incantati, giardini incontaminati, campus perfetti nei quali un pazzo, o più d'uno, sparano all'impazzata contro persone indifese.

Il politecnico della Virginia Tech è solo l'ultimo teatro di un copione abusato che non lascia spazio nè a sorprese nè a colpi di scena, tutti sanno quale sarà la fine del romanzo.
Trentatre vittime uccise da un ventitreenne sud coreano, "mi avete costretto a farlo" ha lasciato scritto in un bigliettino, senza che qualcuno presagisse un gesto simile.

La domanda è sempre quella, perchè accade?

Il secondo emendamento della costituzione americana statuisce la necessità di formare una milizia armata per difendere la libertà dei cittadini, a cui viene garantita la possibilità di portare un'arma al seguito. Questo fa sì che le armi possano essere vendute con facilità anche grazie alle ultime leggi proposte dall'amministrazione Bush ma forse il problema è più vasto.
Ha certamente ragione Michael Moore che con il suo Bowling a Columbine aprì uno spiraglio che pochi osarono approfondire, ha torto l'amministrazione repubblicana con il suo liberismo sfrenato ma come è spiegabile la facilità con la quale, troppo spesso, siamo costretti a commentare le gesta di qualche ragazzo voglioso di emulare i cow boy di qualche secolo fa?

E forse è proprio qui la chiave. Gli Stati Uniti sono il paese nel quale la libertà, la capacità di farcela da soli ha assunto un'importanza preponderante rispetto ad altre parti del globo tanto che proprio qui è nata la nozione di Stato minimo portata avanti dal filosofo Robert Nozick.

Nella prefazione a Anarchia, stato e utopia Nozick espose con estrema chiarezza le premesse da cui muoveva. "Gli individui - egli scrisse - hanno dei diritti; ci sono cose che nessuna persona o nessun gruppo di persone può far loro (senza violare i loro diritti). Tali diritti sono tanto forti e di così vasta portata, da sollevare il problema di che cosa lo Stato e suoi funzionari possono fare, se qualcosa possono. Quanto spazio lasciano allo Stato i diritti degli individui?".
E a questo interrogativo egli rispondeva affermando che "lo Stato minimo, ridotto strettamente alle funzioni di protezione contro la forza, il furto, la frode, di esecuzione dei contratti, e così via, è giustificato; che qualsiasi stato più esteso violerà i diritti delle persone di non essere costrette a compiere certe cose, ed è ingiustificato". In breve, che "lo Stato minimo è allettante oltre che giusto".
Nozick è il teorico di un liberalismo che concepisce lo Stato essenzialmente come "guardiano notturno", è il difensore cioè di uno Stato minimo, di uno Stato che ha poteri e funzioni limitatissime, di uno Stato la cui nascita ha luogo senza la violazione dei diritti degli individui, in quanto dall'anarchia dello stato di natura si uscirebbe in seguito ad un processo spontaneo (Cfr. M. Baldini, E il professore di Harward teorizzò lo "Stato minimo", in "Avvenire", 26 gennaio 2002).


E forse proprio questa mentalità, questa idiosincrasia a delegare allo Stato quello che posso fare da solo può aiutare ad assumere una chiave di lettura, seppur parziale, che spieghi la ratio di un'inutile mattanza.

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